Si chiama “Machine in the garden” l’stallazione artistica che unisce il lavoro di Bea Fremderman – una singolare rappresentazione di panni stesi ricoperti da licheni e muschi in un afono e asettico ambiente bianco – ai quadri di Andrew Laumann. Un alleanza tra arte e vita organica in nuovi materialismi, in modo che le forme d’arte e le forme di vita possono essere combinate.
Tutto ciò che è nel mondo proviene da qualcos’altro, quindi tutto è cultura, o tutto è natura, a seconda di come voglia intendere questo binomio.